Ville venete: decreti di vincolo e relazioni storico-artistiche

“L’architettura della Villa di Presina, anche se nel suo organismo può apparire analoga a molte altre del Palladio, ci rassicura, per raffronto, di una parvenza semplice, anzi, la più essenziale nella sua struttura funzionale.

La Villa risale al XVI secolo e rappresenta un tipico esempio di quel genere di residenza che va sotto il nome di “Villa Veneta”: la dominazione veneziana sulla terraferma, che era iniziata politicamente nei primi anni del 400, si traduce in una conquista economica e fondiaria soprattutto nel corso del XVI secolo. Le opere idrauliche e di bonifica della grande stagione della penetrazione veneziana in terraferma, iniziata nei primi decenni del XV secolo, ricordano nella zona ove è situata la Villa oggetto di studio, i lavori per tracciare la Roggia Contarina come asse, funzionale tra Carmignano e Piazzola, rappresentata del corso d’acqua che scorre antistante la Villa lungo il lato est e parallela alla strada Presina-Grantorto.

A partire dal 1556, quando furono già attuate le principali bonifiche, la denominazione veneziana ebbe il suo massimo sviluppo, e si avviò il funzionamento di un comitato di catalogazione dei beni fondiari, chiamato “PROVVEDITORATO SOPRA I BENI INCULTI” ed è attraverso la didascalia di spiegazione del disegno di un provveditorato, quello dei Beni inculti di Padova e Polesina, che abbiamo trovato le prime tracce della presenza della villa di Presina.

La vecchia mappa datata 8 luglio 1608 riportava la località di Presina, Piazzola e San Colomba e fu eseguita da Fabbri Ottavio per ordinazione del supplicante Contarini Marco, il quale aveva bisogno di una planimetria per concessionare l’acqua ad uso irrigazione.

Questa politica condotta dalle maggiori famiglie veneziane del 500 indusse lo Stato, che con esse si identificava, ad un massiccio intervento dell’opera di bonifica.

Si noti, a questo proposito come la vecchia mappa trovata altro non sia che la visualizzazione di una supplica rivolta dal Contarini al Governo della Serenissima al fine di ottenere l’intervento pubblico dell’opera di bonifica. 

 L’iscrizione didascalica di spiegazione della mappa evidenzia inoltre ogni edificio lungo la zona, la Villa dei Contarini a Piazzola ed un’altra a ponente di questa. Ed è proprio alla Villa dei Contarini situata a oriente che noi volgiamo la nostra attenzione.

Esaminando attentamente la vecchia mappa, si presume che la strada che collega Presina a Grantorto sia proprio quella che oggi passa davanti alla Villa.

Il motivo per cui la Villa in esame non sia stata evidenziata in modo particolareggiato, dipende molto probabilmente dal fatto che Marco Contarini non aveva alcun interesse ad indicare una villa che non era di sua proprietà e quindi si è limitato a segnarla nella mappa del 1608 in modo del tutto irrilevante in quanto apparteneva al ramo di Giacomo Contarini, un suo lontano parente.

Questo si è potuto capire dalla lettura del Catalogo edito per i Beni Culturali dell’Archivio di Stato di Venezia, in occasione della mostra effettuata nel 1980 dal titolo “Testimonianze Veneziane di Interesse Palladiano”, nel quale si riportava la didascalia di spiegazione di una tavola disegnata nel 1558 che diceva:

– Disegno di parte del territorio padovano lungo il fiume Brenta compreso fra Piazzola e Capriolo, con indicazione schematica delle strade e vari fabbricati e villaggi – Riconoscibile in basso “Corte di Magnifici Contarini a Piazzola.

Disegno in inchiostro su carta con colorazione ad acquarello; eseguito e firmato da Pompeio Caneparo, Livellatore Bresciano, in ordine a supplica di Zaccaria Contarini, per investitura d’acqua.

La villa, oggetto di intervento palladiano, apparteneva ad un ramo dei Contarini diverso da quello di Giacomo

Entrambi avevano proprietà terriere, Marco Contarini abitava nella Villa sorta sul castello dei Carraresi a Piazzola, oggi Simens, mentre Giacomo non avendo dimora o non provenendo da quei luoghi, costruì la propria Villa ex novo nei suoi possedimenti terrieri in Presina.

La villa quindi fu costruita da un ramo cadetto, il ramo di Giacomo, di una delle più illustri casate veneziane, quella dei Contarini.

Leggendo il toponimo di Presina indicato nel libro della Signer sulla cartografia dell’Archivio di Piazzola sul Brenta, si comprende che il terreno su cui venne costruito la villa faceva parte della tenuta dei Da Carrara.

(…)

La villa Contarini oggi Paccagnella, essendo abitata stabilmente all’epoca della formazione, in funzione idraulica, del mappale del 1608, si presume sia stata costruita intorno al 1560, epoca in cui era in costruzione anche il corpo centrale della Villa Contarini oggi Simens del centro di Piazzola.

Secondo le ricerche archivistiche del Puppi, a quel tempo nella villa Contarini oggi Simens lavorò il lapicida Girolamo di Antonio da Palazzolo ex collaboratore del Palladio.

Tutto questo fece ritenere da questi provata la paternità palladiana della parte centrale della villa. In base a queste considerazioni si può oggi pensare che, a motivo della sua conformazione, la Villa Contarini di Piazzola non possiede questi requisiti palladiani, mentre li possiede la villa Contarini oggi Paccagnella oggetto del presente studio, sia per la sua forma e sia per il contributo avuto dalle maestranze per la sua realizzazione.” (….)

TRATTO DA: Ville venete, Decreti di vincolo e relazioni storico-artistiche, a cura di Antonio Padoan con la collaborazione di Marco Brancaleoni e Ferruccio Tasinato, Istituto regionale per le ville venete, Marsilio Editori, giugno 1999

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